Protesi d’anca: quale via di impianto scegliere? Confronto tra le diverse tecniche chirurgiche

Stai valutando una protesi d’anca e vuoi capire quale tecnica chirurgica sia la migliore per te? Oggi esploreremo le diverse tecniche per l’impianto di una protesi d’anca, descrivendo i tipi di impianto e i vari approcci chirurgici. Conoscere le opzioni disponibili ti aiuterà a prendere una decisione informata, e se hai domande, non esitare a contattarmi per una consulenza personalizzata.

Quali tipi di protesi d’anca esistono?

Una protesi d’anca sostituisce l’articolazione danneggiata con componenti artificiali, alleviando il dolore e migliorando la mobilità. Esistono diverse tecniche chirurgiche e tipologie di impianto, ognuna con vantaggi specifici. La scelta dell’accesso chirurgico e della tipologia di protesi può fare la differenza nel risultato dell’intervento e nel recupero post-operatorio.

Se soffri di artrosi primaria o secondaria, e le terapie non chirurgiche non funzionano più, potrei proporti una di queste opzioni:

  • La protesi cementata utilizza il cemento per fissare l’impianto direttamente all’osso. Durante la procedura, il cemento viene iniettato nel canale femorale precedentemente preparato, e l’impianto viene posizionato mentre il cemento si indurisce, assicurando una presa solida e immediata. La protesi cementata è particolarmente indicata per i pazienti anziani o per coloro che presentano ossa fragili. Questo approccio consente di applicare subito un carico immediato, riducendo il rischio di fratture durante l’intervento e nel post-operatorio, garantendo una maggiore sicurezza per i pazienti più osteoporotici.
  • La protesi non cementata è progettata per consentire all’osso del paziente di crescere all’interno della superficie dell’impianto. L’impianto ha una struttura porosa che facilita il processo di osteointegrazione, creando una connessione diretta tra osso e protesi senza l’uso di cemento. La protesi porosa è preferita per pazienti con buona qualità ossea. Benchè l’osso deve crescere all’interno dell’impianto per raggiungere la stabilità definitiva secondaria, la protesi viene inserita a pressione (“press-fit”) nell’osso garantendo comunque una stabilità immediata primaria. Questo consente un carico a tolleranza dal giorno dopo l’intervento come nelle protesi cementate. Essendo protesi che si integrano all’osso ospite sono la scelta preferita nella maggior parte dei casi e sono anche più facili da revisionare.
  • Esistono anche protesi ibride, che combinano uno stelo cementato con una coppa non cementata o viceversa. 

Come viene inserita la protesi dell’anca? Le vie di accesso

Dopo aver scelto la tipologia di protesi più adatta, è fondamentale valutare la tecnica chirurgica. Le principali tecniche chirurgiche includono l’accesso anteriore, laterale e posteriore

L’accesso anteriore, laterale e posteriore sono tre tecniche chirurgiche distinte per l’impianto di una protesi d’anca, ciascuna con caratteristiche specifiche che possono influenzare il recupero e i risultati dell’intervento. 

L’accesso anteriore mininvasivo, essendo la tecnica più mini-invasiva, permette di raggiungere l’articolazione senza sezionare muscoli o tendini, riducendo così il dolore post-operatorio, la perdita di sangue e favorendo una ripresa più veloce. È particolarmente indicato per pazienti giovani attivi, magri e con una massa muscolare non ipertrofica. E’ una tecnica più difficile che richiede abilità chirurgica. 

L’accesso laterale, invece, prevede un’incisione sul fianco e consente un buon accesso all’articolazione ma compromette strutture muscolari importanti. Considerato in passato un “gold standard” per la protesi d’anca, l’accesso laterale è ormai quasi inutilizzato per la sua invasività e il suo lento recupero. 

Infine, l’accesso posteriore mininvasivo, che comporta un’incisione nella parte posteriore della coscia, offre un’ampia visualizzazione dell’articolazione, risultando utile anche in casi di revisioni protesiche o in pazienti con specifiche esigenze d’impianto. Questa tecnica va inoltre a sezionare solo un piccolo tendine dell’anca che può essere suturato a fine intervento. E’ un ottimo compromesso poichè abbina mininvasività e recupero rapido (spesso pari alla via anteriore mininvasiva) con un’ottima esposizione dell’articolazione e rischio basso di complicanze (o una loro ottimale gestione) anche in casi molto complessi.

Come si sceglie la via d’accesso?

La scelta del tipo di protesi d’anca e della tecnica chirurgica è un processo personalizzato, che tiene conto di fattori come età, stato di salute, patologia da trattare, qualità ossea e aspettative sul recupero e la funzionalità. Per i pazienti più anziani con grave osteoporosi, spesso consiglio una protesi cementata con accesso posterolaterale mininvasivo, che garantisce una buona stabilità e sicurezza. 

Tuttavia per i pazienti magri, giovani e attivi, che desiderano tornare rapidamente alla vita di tutti i giorni, prediligo la via anteriore. Questa tecnica mini-invasiva, che non richiede il sezionamento di muscoli o tendini, permette un recupero più veloce, con meno dolore post-operatorio e minore perdita di sangue, consentendo una deambulazione precoce. 

La protesi porosa impiantata con accesso anteriore o posterolaterale è ideale per pazienti con una buona qualità ossea, offrendo una stabilità duratura e facilità di revisione. 

In casi più complessi, in pazienti obesi o per revisioni, l’accesso posteriore mininvasivo offre un’ottima visualizzazione dell’articolazione. Questo facilita di molto il lavoro del chirurgo riducendo il rischio di complicanze e migliorandone la loro gestione. E’ sicuramente il miglior accesso in un equilibrio tra svantaggi e vantaggi in queste situazioni. 
Qualunque sia la tecnica scelta, il supporto di un programma di fisioterapia personalizzata post-operatoria è essenziale per il pieno successo dell’intervento. Se stai considerando una protesi d’anca e vuoi sapere quale accesso sia adatto al tuo caso, ti invito a contattarmi per una consulenza. Come chirurgo ortopedico sarò felice di guidarti nella scelta del percorso migliore per tornare a vivere senza dolore e con una qualità di vita superiore.