Protesi bilaterali e bifocali: quando l’artrosi interessa più articolazioni un unico intervento è possibile

Patologia cronica e progressiva, tra i fattori di rischio dell’artrosi un ruolo importante è svolto dalla familiarità: non è raro infatti che un paziente affetto da artrosi presenti una storia familiare di questa malattia. La predisposizione alla patologia fa sì che spesso a essere colpita non sia una sola, ma più articolazioni. Da qui la necessità dei cosiddetti “doppi interventi”. Vediamo nel dettaglio.

Cos’è l’artrosi?

Quando parliamo di artrosi ci riferiamo ad una patologia di tipo degenerativo molto diffusa nella popolazione: solo in Italia la malattia colpisce circa quattro milioni di persone di entrambi i sessi. È caratterizzata in fase iniziale dal deterioramento delle cartilagini articolari e nei casi più gravi arriva a coinvolgere tutte le componenti articolari intaccando anche il tessuto osseo. L’artrosi può essere di due tipi:

  • primaria
  • secondaria.

L’artrosi primaria è legata essenzialmente all’età avanzata, alla genetica, a cause costituzionali, può essere a coinvolgimento monoarticolare o generalizzata e colpire più articolazioni. L’artrosi secondaria è invece più di frequente causata da traumi o patologie reumatiche. A esserne colpite sono infatti persone spesso più giovani.

Quando la cartilagine è usurata perde la sua funzione di “cuscinetto” e le componenti ossee iniziano a subire un attrito meccanico. Il tessuto osseo reagisce con la formazione di becchi ossei (osteofiti) e aree di riassorbimento osseo (geodi) e degenera fino a rendere necessaria la sostituzione protesica dalla porzione danneggiata. 

Protesi bilaterali e bifocali

Il sintomo principale dell’artrosi è il dolore associato a rigidità articolare e progressiva limitazione funzionale oltre che, in alcuni casi, a una vera e propria deformazione dell’articolazione. Soprattutto quando si tratta di artrosi primaria, la patologia e la sintomatologia che ne consegue possono colpire più articolazioni, ad esempio entrambe le anche oppure anca e ginocchio dello stesso arto. Un tempo non era comune intervenire su più articolazioni nel corso della stessa operazione mentre oggi si sono sperimentati i vantaggi del doppio intervento simultaneo. 

Una volta verificato che le condizioni cliniche del paziente lo consentano io prediligo la scelta del doppio intervento: si è visto infatti che impiantando una sola protesi il paziente non è in grado di eseguire una riabilitazione soddisfacente e spesso non abbandona le stampelle fino a quando non viene sottoposto ad un ulteriore intervento di sostituzione protesica dell’altra articolazione compromessa. I vantaggi non si esauriscono qui:

  • una sola anestesia
  • un unico periodo dedicato alla riabilitazione
  • meno dolore
  • recupero più rapido

Protesi bilaterali

Si parla di protesi bilaterali quando l’intervento prevede la sostituzione contemporanea di entrambe le anche o di entrambe le ginocchia. Le tecniche chirurgiche mini invasive hanno reso questi tipi di intervento più semplici: nel caso dell’anca ad esempio l’accesso per via anteriore diretta consente il totale risparmio della muscolatura, inoltre la creazione di un solo campo chirurgico rende ancora più veloce la procedura. Il fatto che le tecniche mini invasive siano più rispettose dei tessuti molli agevola l’opzione del doppio intervento poichè il periodo da dedicare alla riabilitazione sarà più breve e meno difficoltoso.

Protesi bifocali

Quando si parla di protesi bifocali si intende invece l’impianto simultaneo di una protesi d’anca e di una di ginocchio. Così come per l’intervento bilaterale, anche per le protesi bifocali si prediligono pazienti relativamente giovani e in buono stato di salute generale. Durante l’intervento bifocale, la protesi d’anca viene sempre impiantata prima di quella di ginocchio. Questo consente un miglior bilanciamento della protesi di ginocchio ed un più preciso allineamento dell’arto inferiore.

Doppio intervento sì o no?

La risposta è sì, con le opportune cautele. Il paziente candidato all’intervento dev’essere selezionato con cura da parte del chirurgo in modo da evitare che condizioni cliniche sfavorevoli, come ad esempio la presenza di gravi comorbidità che rendano rischiosa l’operazione. Come accennato sopra i vantaggi sono numerosi. Il doppio intervento comporta una solo periodo di degenza, una sola anestesia e un solo periodo dedicato alla fisioterapia post operatoria con risultati migliori rispetto a quelli di interventi eseguiti in tempi diversi.